Cinzia Pogliani
Insegnante Pilates, Hatha Yoga, Vinyasa Yoga, Yin Yoga, Pancafit, preparazione sportivaMilano
Sono dottoressa in Scienze Motorie e insegno da più di 20 anni alternando varie tecniche nel mio metodo didattico.
La mia formazione è stata improntata sull’analisi anatomo-fisiologica e biomeccanica del gesto sportivo oltre che sulla didattica, ma ho sempre ricercato una via parallela che mi ha permesso di addentrarmi nella connessione mente-corpo, aspetto spesso dimenticato o tralasciato nella formazione tradizionale.
Cominciai presto a rendermi conto che oltre alla prove fisiche, esisteva una partecipazione mentale che aveva un’importanza considerevole nella prestazione atletico-sportiva, ma più di 20 anni fa durante i miei studi, la parola Mindfulness era ancora pressoché sconosciuta o riservata solo ad un ambito che in quel momento era lontano dalle mie conoscenze. Ho sostenuto esami di psicologia dello sport e mi resi conto che la materia mi interessava moltissimo.
Ho sostenuto anche esami di biomeccanica, anatomia e neuroanatomia, potendo così studiare con precisone le strutture preposte al gesto motorio e alla coordinazione. Eppure c’era un mistero che ancora non riuscivo a decifrare: ‘La mente’, che intesa come consapevolezza estesa, non ha una collocazione precisa in un atlante anatomico. Dove si trova la mente esattamente? Perché la mente è capace di interferire con prestazione sportiva? In che modo? Come possono emozioni e pensieri interagire con le nostre capacità motorie?
Basta concentrarsi, oppure gestire la mente è un’altra cosa? Dov’è la mente mentre il corpo si muove e si coordina al gesto sportivo?
Possiamo usare la mente a nostro favore in modo che possa essere presente, ma allo stesso momento renderla non giudicante sui risultati, sulle azioni o sui pensieri pensati... e compiere quell’azione di ‘resa’ per cui il corpo guidato dalla tecnica e dal suo innato sapere possa agire nel migliore dei modi?
E il respiro come può modificare l’attività mentale? Domande a cui volevo trovare una risposta.
Mente e respiro, respiro e mente.
Una cosa mi era chiara: la mente, come un’obbediente marionetta, viene ricondotta alla sua sede dal respiro, questo lo capii già attraverso le prime tecniche che avevo studiato: training autogeno, rilassamento psico-fisico e altre tecniche di meditazione.
Quindi la giusta conclusione è che la mente e il respiro sono in connessione e possono collaborare abilmente, anzi il respiro consapevole e il respirare bene portano ad una condizione di piacere e benessere, mente un respiro corto, apnea o respiro superficiale, risultano collegati a stati di malessere, agitazione e sofferenza.
Dunque il respiro porta con sé immediati effetti non solo sul corpo ma anche sulla mente e sullo stato emotivo.
Nel respiro si esprimono le nostre paure, le nostre pulsioni, la nostra età, la fisicità, le nostre emozioni e la qualità dei nostri pensieri e desideri; rappresenta essenzialmente il movimento e lo scambio continuo tra interno ed esterno...non solo come funzione meccanica e fisiologica di vitale importanza per il corpo, ma anche di fondamentale importanza alla vita della mente e del cuore intesi come spazio emotivo.
Se penso alle mie prime esperienze sportive, ricordo la mia mente che a volte si distraeva o non mi permetteva di creare dentro me lo spazio necessario per poter effettuare correttamente il gesto sportivo, un esame pratico o una gara, riducendo il risultato tecnico, eppure avevo studiato e avevo fatto il corretto allenamento.
Cosi ho cominciato a ricercare e a studiare tutte quelle metodologie che potessero darmi un aiuto per approfondire l’aspetto fondamentale della connessione mente-respiro-consapevolezza corporea.
Mi sono sempre considerata una ricercatrice curiosa più che una semplice insegnante. Ricerco e studio costantemente per poter offrire ai miei allievi esperienze preziose che possano conservare e riutilizzare al momento opportuno durante le loro pratiche di allenamento o semplicemente nella vita di tutti i giorni.
Dunque circa venti anni fa, già diplomata Isef e laureata in Scienze motorie, conobbi il metodo Pilates, ho studiato molto e mi sono specializzata in questa disciplina, connubbio perfetto tra corpo, mente e spirito.
Ai tempi pensavo: ‘che cosa curiosa,....del tutto nuova per la mia formazione!’ Poi ancora negli anni successivi ho dedicato tempo e studio allo Yoga Integrale e Hatha Yoga, Yoga Nidra e successivamente al più dinamico Vinyasa Yoga, fino allo Yin Yoga, più introspettivo e profondo, basato sui principi della Medicina tradizionale Cinese, per ritrovare di nuovo quel legame prezioso nel susseguirsi di asana e respiro.
Metodi e metodologie trasversali antiche e moderne hanno sempre fatto da base al mio studio personale e insegnamento: pratiche posturali, bioenergetica, pensiero positivo, lo studio dell’olfatto e degli olii essenziali, studiando il sistema limbico e la sua connessione con l’aspetto emotivo; oltretutto studiavo musica e mi ero laureata con una tesi sulla musicoterapia dunque utilizzavo spesso tecniche che attraverso il suono e frequenze particolari permettevano al respiro di ritrovare il suo ritmo e allo stato mentale di tornare alla sua stanza interiore.
Successivamente lo studio della Mindfulness applicato al mio insegnamento ha poi portato un aiuto prezioso gettando un ponte più solido tra tutti gli aspetti prima citati. Alla luce di tutto, ogni tecnica sperimentata era più o meno efficace, a seconda delle situazioni, della tipologia di allievi e degli obiettivi delle persone a cui le proponevo. Tutto questo mi ha permesso di avere ad oggi un ampio ventaglio di conoscenze e metodologie che si integrano perfettamente.
Ma sentivo che mancava ancora qualcosa.
Non tutti gli allievi erano pronti a collegare e a far collaborare corpo mente e respiro, dunque talvolta era persino difficile spiegare loro quanto fosse importante questa connessione.
Era più facile e veloce la pratica diretta senza troppe spiegazioni. Il corpo è saggio e sa arrivare dove la mente oppone resistenze.
Bisogna solo fidarsi e affidarsi.
L’incontro con il SoulSpension
Qualche anno fa navigando in internet scopro questo curioso strumento, lo osservo, mi trasmette sensazioni positive, dunque decido di acquistarlo per una mia pratica personale, anzi facendomi guidare da una sensazione più che positiva ne acquisto subito due, uno flessibile e uno rigido. Non ne avevo mai sentito parlare prima, non lo avevo mai visto e non conoscevo la sua creatrice. Con intrepida attesa aspetto la consegna che da li a pochi giorni sarebbe arrivata.
Dunque con impazienza, apro il pacco, posiziono lo strumento sul mio tappetino e mi ci sdraio...e...MAGIA!!
Pochi istanti, pochi respiri ed ecco che il mio corpo richiama a bada la mia mente che rientra immediatamente nel suo spazio segreto.
Con tanto stupore mi chiedevo, ‘così veloce? È mai possibile? ..... ok sarà che ne ho provate tante, ma questo strumento è davvero come un interruttore istantaneo....che bello!
Provo e riprovo... gli effetti erano via via sorprendenti.
Decido quindi di sperimentare lo strumento su varie tipologie di allievi:
1)allievi dediti a discipline sportive a livello sia amatoriale che agonistico, danzatori, praticanti di discipline orientali, golfisti, ciclisti, tennisti, nuotatori, apneisti e surfisti.2) allievi non praticanti di alcuna disciplina sportiva particolare, che però si dedicano con costanza al benessere fisico e posturale.3) allievi ai primi passi...che non hanno mai praticato nessuna attività corporea.
Risultati
Gli effetti generali che avevo notato da subito e che tutte le tipologie di allievi mi hanno via via riportato come feedback, sono stati:
Immediata connessione corpo-mente-respiro
Migliore consapevolezza respiratoria
Distensione muscolare
Trasformazione degli stati di ansia
Diminuzione delle rigidità articolari
Sensazione di detensione miofasciale delle catene muscolari -Sblocco diaframma
Lucidità mentale
Miglioramento del riposo notturno e sogni -Miglioramento produttività lavorativa
Senso di pace generale
Sensazione di acquisizione spazio/tempo personale -Aumento della creatività
Riduzione della sensibilità al dolore -Benessere psichico
Diminuzione della ruminazione mentale
Il Soulspension e le discipline sportive:lo sport non è solo performance esteriore
Voglio soffermarmi in particolare sull’utilizzo del Soulspension per la prima categoria di allievi: i praticanti sia a livello amatoriale che agonistico di discipline sportive varie. Una delle difficoltà maggiori affrontata in questo caso è stata portare una persona sportiva, alla consapevolezza del respiro e della presenza mentale, tale da poter creare questa connessione e poter andare oltre alla tecnica sportiva già acquisita e studiata, per contattare quello spazio interiore dove avviene il ‘click’ che riporta la mente ‘a casa’ e utilizzarla al meglio per migliorare le performance atletiche.
Spesso chi pratica uno sport dedica pochissimo tempo alla meditazione, alla consapevolezza del respiro...o allo yoga, sono mondi apparentemente distanti. La preparazione sportiva occidentale è concettualmente diversa dalle metodologie più introspettive di origine orientale, come se una dovesse per forza escludere l’altra. Oppure per noia o ‘mancanza di tempo’ o perché già lo sport praticato occupa gran parte del tempo a disposizione.
Mi accorgevo che era già tanto che dedicassero cura al classico stretching, dove 10/15 minuti erano già considerati troppi, sottovalutandone spesso la grande importanza. Dovevo trovare una soluzione, perché come avevo capito, il gesto sportivo prima di proiettarsi all’esterno deve nascere internamente come ascolto di sé stessi, del respiro, come consapevolezza del qui e ora; e a mio avviso integrando queste tecniche con la pratica sportiva specifica, si raggiungono velocemente risultati talvolta sorprendenti ed inaspettati.
Performance sportiva, respiro e chiarezza mentale
Già negli anni ‘70 si parlava dell’utilità della meditazione o meglio della consapevolezza per il miglioramento dello stress nello sport, su ispirazione della filosofia Zen e della psicologia umanistica.
L’atleta deve spesso affrontare due sfide: una esteriore e una interiore con i propri stati d’animo ovvero il dubbio su sé stessi, l’insicurezza, l’ansia e il calo di concentrazione, pensieri giudicanti. Ovvio che la tecnica è una competenza fondamentale, ma spesso la tecnica supportata da una buona respirazione e un’attenta presenza mentale porta alla risoluzione quasi immediata di un gesto sportivo ricercato.
La mente incide sui risultati e soprattutto li migliora, innalzando la concentrazione e stimolando di conseguenza il sistema nervoso e il sistema immunitario. Così via via che atleti e sportivi passavano alle mie lezioni, proponevo una mini sessione di Soulspension.
Dunque preparando una lezione specifica per i miei allievi, dedicavo una prima parte alla postura, al rinforzo muscolare e alla risoluzione di fini connessioni col gesto sportivo praticato, nella seconda parte di lezione dedicavo tempo (inizialmente circa 15/20 minuti) alla pratica del Soulspension senza dare molte spiegazioni.
Le uniche istruzioni iniziali che davo, erano: ‘posizionati sullo strumento, non pensare a nulla ed inizia a respirare!’
Gli effetti erano immediati, i due bastoni appoggiati sulle fasce vertebrali offrivano da subito una sensazione di massaggio alle zone più rigide e tese e la testa accolta sul supporto si sentiva come tra due mani permettendo il rilascio delle fasce cervicali, la sensazione di detensione sul tessuto connettivo portava il sistema nervoso ad uno stato di quiete e il diaframma cominciava a liberarsi offrendo un respiro più ampio.
Così lezione dopo lezione il miglioramento fisico portava miglioramenti fini del gesto sportivo ma non era tutto.
Ogni allievo mi riportava la sensazione di aver trovato spazio per il respiro, più presenza e consapevolezza, un rilascio di tensioni ed emozioni (talvolta pianti o risate), perfino di riuscire a dormire meglio nei giorni pre gara.
Ho consigliato spesso a queste persone di acquistare lo strumento per un auto-pratica da svolgere prima o dopo l’allenamento abituale o in preparazione di gare, grazie anche alla sua facile trasportabilità e al suo discreto utilizzo.
Quindi avevo trovato il modo di far sperimentare a questi allievi sportivi una connessione immediata con il loro stato mentale attraverso lo strumento.
Era molto semplice in questo modo accedere al ‘Body Scan’ tipico della Mindfulness e ad altre visualizzazioni e meditazioni in cui è coinvolto il respiro e l’ascolto di varie sensazioni psico-corporee.
Tutto questo ha permesso loro di imparare a rilassarsi gestendo in modo più sano i momenti stressanti e di avere un approccio mentale più positivo e propositivo utile sicuramente a migliorare le performance sportive.
Lo stress è un nemico per ogni atleta e inoltre indebolisce il sistema immunitario e se non si pone attenzione a questo aspetto, interviene Il cortisolo ovvero l’ormone dello stress che alza notevolmente i livelli di infiammazione.
Dunque utilizzando abitualmente questo strumento consentiamo al corpo di migliorare automaticamente la risposta del sistema immunitario, di ridurre la pressione sanguigna, migliorare la funzione cognitiva e la resistenza alla fatica.
Altri risultati che mi sono stati riportati dopo un costante utilizzo dello strumento:
Migliore gestione delle emozioni negative paura di sbagliare o di perdere e tenere a bada pensieri disfunzionali che possono influenzare negativamente la performance.
Accettazione del risultato e non giudizio accogliendo ciò che arriva in quel momento senza fare previsioni su quello che accadrà, senza aspettarsi nulla sul dopo.
Gestione della rabbia e riduzione dell’ansia in relazione alla competizione diminuendo i pensieri negativi legati alla gara e facilitando Il fluire dei pensieri, entrando quindi in quello stato di ‘flow’ ovvero la sensazione di essere davvero focalizzati e concentrati come una fusione tra azione e consapevolezza e presenza.
Miglioramento della propriocettività, dell’equilibrio generale statico e dinamico, controllo motorio fine.
Incremento della consapevolezza di ogni muscolo e catena muscolare, aspetto fondamentale per evitare inutili infortuni e consentire un allenamento progressivo entro i giusti limiti.
Il tempo dedicato all’ascolto e alla consapevolezza, induce inoltre cambiamenti strutturali nel cervello alterando e migliorando l’attività delle reti cerebrali (Neuroplasticità), ovvero la capacita dell’encefalo di modificare la propria struttura e la funzionalità dei propri neuroni in risposta a stimoli nuovi.
Dunque attraverso il respiro utilizziamo la nostra energia, la raffiniamo e la immagazziniamo in modo da poterla dirigere attraverso la volontà verso obiettivi esterni, che siano il gesto sportivo ricercato o semplici attività. Il respiro è dunque la porta segreta dell’energia vitale.
E’ importante esercitarsi a lungo nell’ascolto consapevole del respiro, nella vita di ogni giorno, in ogni momento, fino ad imparare a cogliere il respiro come un amico sempre presente e pronto ad aiutarci.
Una mente che ‘respira’ si espande e si apre verso l’esterno, brilla di curiosità verso nuove esperienze, riuscendo a concentrarsi pienamente e a focalizzarsi, esprimendo la massima creatività.
Allo stesso modo un cuore che respira è capace di aprirsi emotivamente agli altri, donando e accogliendo nuova energia.
Conclusione
L’applicazione della consapevolezza mentale nello sport è una pratica recente e il Soulspension ne è un valido e prezioso aiuto; tutti gli atleti di ogni disciplina e grado dovrebbero a mio avviso farne uso integrandolo nella propria routine specifica. Ogni atleta deve essere consapevole dello stato della propria mente e del proprio corpo al momento presente e senza questa consapevolezza, si perde facilmente l’equilibrio sottile necessario ad una performance ottimale.
La continua ricerca di perfezione, il controllo, il giudizio, la competizione con sé stessi e con gli altri, incrementano spesso la pressione non solo fisica ma anche mentale.
I grandi sportivi sono infatti consapevoli dell’importanza che riveste la mente in tutti gli sport e in alcuni specifici (come il golf ad esempio) dove la condizione mentale deve restare focalizzata sull’obiettivo, è più che mai fondamentale, oltre alla consapevolezza di sé stessi, dei propri limiti, punti di forza, paure e qualità.
Per concludere la mia ricerca posso dire di essere pienamente soddisfatta dei risultati ottenuti con l’utilizzo del Soulspension, usandolo da solo nella sua metodologia, sia per lezioni individuali che in piccoli gruppi, ma anche in combinazione con altri metodi quali: Pilates, Yoga, tecniche posturali, la preparazione sportiva e altre tecniche di mia conoscenza.
Vedere il sorriso e gli occhi luccicanti delle persone che si affidano alla mia guida è la più grande delle soddisfazioni, ma altrettanto soddisfacente è sapere che ognuno di loro riesce a dedicare un po’ di tempo e spazio all’auto-pratica quotidiana traendone grandi vantaggi non solo a livello fisico ma anche a livello personale e lavorativo.
Come dico sempre ai miei allievi: ‘’avere un maestro che ti guida nel modo corretto è importate, anzi importantissimo, ma la vera lezione inizia quando la ‘lezione accademica’ finisce!!’’, ovvero trovando il modo per applicare con semplicità e costanza ciò che si è appreso, nella vita di tutti i giorni o nelle attività sportive praticate.
Il corpo è saggio ed è il vero ‘Maestro’ di tutti noi, bisogna solo saperlo ascoltare, in silenzio, con calma e pazienza.
*Grazie a tutti allievi che si affidano ai miei insegnamenti,
e grazie di cuore a Patrizia Gavoni, l’ideatrice dello strumento e Teacher dei corsi di formazione insegnanti, per avermi dato la possibilità di accrescere le mie conoscenze, sperimentando e accogliendo stimoli nuovi.
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